L’ammontare degli interessi che Enel pagherà per il prestito BEI dipenderà dalla sua capacità di ridurre la quantità media di CO2 emessa da tutte le sue centrali elettriche a un massimo di 148 g per chilowattora entro la fine del 2023. Le riduzioni saranno verificate da un soggetto indipendente.
Il prestito della BEI finanzierà progetti per rafforzare la resilienza e la sofisticatezza delle reti elettriche in Italia. Questo lavoro aiuterà la rete a ospitare più elettricità rinnovabile e a resistere alle temperature medie più elevate, nonché alle ondate di calore più frequenti attese a causa del cambiamento climatico.
I progetti prevedono la realizzazione di oltre 5.000 chilometri di reti in media e bassa tensione e la sostituzione di altri 5.000 chilometri di cavi in media tensione, in gran parte interrati. Enel investirà notevolmente anche nell’automazione digitale per migliorare le prestazioni della rete. La maggior parte dei progetti si concentrerà nelle zone più povere d’Italia, in particolare al sud, dove l’infrastruttura è più obsoleta.
Per raggiungere il proprio obiettivo di CO2, Enel prevede inoltre di anticipare la data di chiusura di alcune centrali elettriche a carbone e dispone di un piano triennale per l’installazione di 20 GW di progetti di energia rinnovabile negli oltre 30 paesi in cui opera.
Gli strumenti finanziari legati agli obiettivi di sostenibilità hanno rappresentato quasi un terzo del debito del gruppo lo scorso anno e l’azienda spera di poter registrare questo aumento fino a quasi il 50% entro il 2023 e fino al 70% entro il 2030.
“Quando alcune persone sentono parlare di ‘sostenibilità’, pensano alla solidarietà, ma la sostenibilità per un’azienda è valore”, afferma Canta di Enel. “Le aziende sostenibili sono meno rischiose e più preziose a lungo termine”.